Sembrano passati pochi mesi dal giorno in cui, in quella buia soffitta polverosa, parlando con un vecchio amico collezionista, gli confessai di quanto mi piacessero i giocattoli e soprattutto i cavalli a dondolo. “Ho da mostrartene uno che non hai nemmeno mai visto” mi disse! Non serve certo aggiungere che quel vecchio gioco tornò a casa con me quella sera…
Praticamente distrutto e bisognoso di moltissime cure ha atteso per molti e molti anni in magazzino ma finalmente è giunto il momento di ridonargli nuova vita.
Del povero cavallo restava veramente poco, giusto il corpo ed una zampa, qualche parte metallica e fortunatamente il meccanismo che gli conferisce la sua particolarità. Questo infatti non è un semplice dondolo, bensì è molto più simile ad un triciclo. Il bambino infatti, roteando le manovelle poste in corrispondenza delle orecchie del cavallo, poteva far girare, più o meno velocemente le ruote posteriori, e utilizzando le pedaline saldate sulla forcella della ruota anteriore poteva girare quest’ultima, scorrazzando quindi felicemente ed in tutta tranquillità, per la gioia di mamma e papà.
Per questo restauro siamo partiti a lavorare su più fronti; quello ligneo e quello metallico. é stata ricostruita la parte mancante del muso del cavallo e successivamente è stata saldata al suo posto, sono state ricostruite e zampe mancanti e per quanto possibile è stata riparata anche la sella (o quel che ne rimaneva).
Sull’altro fronte invece sono state completamente ricostruite le ruote, esattamente conformi alle originali, e la forcella anteriore, anche questa mancante. E’ quindi stato tutto assemblato e si è passati ai lavori di finitura quali la ripatinatura dei metalli e dei legni, e tutti quei trattamenti necessari per conservare il manufatto. Infine è stato steso un leggero velo di olio a protezione del tutto e per esaltare i colori.
Un doveroso ringraziamento và ai nostri amici Bruno e Claudio, per gli incredibili sforzi fatti, la maestria impegnata e il tempo messo a disposizione durante il processo di restauro.
Dobbiamo inoltre ringraziare anche il “Museo del Cavallo Giocattolo” di Como, sito visionabile quì, per le indispensabili informazioni e le fotografie gentilmente forniteci, senza le quali il restauro sarebbe stato impossibile.
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